domenica 17 febbraio 2013

La Società degli Animali Estinti - Recensione

Di Jeoffrey Moore, ISBN Edizioni, 2012, 512 pagine, €17,90

Ho comprato questo libro per due semplici motivi: il titolo e la copertina.
Se non siete convinti sappiate che la copertina è stampata su carta ruvida ed è in rilievo.
Se ancora non siete convinti siete insensibili alle belle copertine.

Questa è la prima recensione di un libro che vi propongo, comincio con un libro di una piccola casa editrice, di un autore per nulla famoso ambientata in una nazione di cui sentiamo parlare poco, il Canada. Comincio così perché sono abbastanza convinto che non ne abbiate sentito parlare, quindi forse questa recensione è più utile di quella su Hunger Games o su Dance with Dragons [che molto probabilmente arriveranno].
Quanto mi dilungo nelle introduzioni.
Il romanzo ha due protagonisti: Nile e Celeste, lui è un uomo, con un divorzio alle spalle, storie di droga, un padre insoddisfatto che gli ha lasciato una grossa eredità e il bisogno di una nuova vita; lei è una ragazzina di 14 anni, un piccolo genio rimasta senza nessuno al mondo che dei bracconieri hanno tentato di uccidere.
No, non pensate male, non c'è niente di morboso in questo libro.
La storia procede molto lentamente, in realtà potrei riassumervi i fatti rilevanti in un paio di righe, ma è interessantissimo vedere il rapporto che si sviluppa tra i due personaggi e il rapporto che loro hanno col mondo: Nile è quasi uscito di testa, incapace ormai di rapportarsi con le persone, ha visioni dovute agli eccessi della droga e l'unica persona che gli abbia voluto veramente bene, la figlia della sua ex-moglie, non può più vederlo, Celeste invece ha dei segni di autismo, è incapace di piangere e di provare una vera empatia, ed ha dedicato la propria vita agli animali.
Il libro è improntato tantissimo sull'ambiente del Canada di provincia invernale con i suoi laghi ghiacciati, le sue distese verdi ora innevate, e sul rapporto che l'uomo h con la natura. No, non è un nuovo Richiamo della Foresta, perché il rapporto è conflittuale, i "nemici" sono un gruppo di bracconieri, che la legge non riesce a fermare e che nessuno ha interesse a farlo, questi hanno tentato di uccidere Celeste e il libro diventa un viaggio negli orrori perpetrati dall'uomo sulla natura. Si parla di fabbriche di bile, di bracconaggio, di caccia selvaggia, di sterminio. E di animali estinti, come i nostri due protagonisti, narratori interni di cui si avverte tutta la difficoltà nell'andare avanti.
I difetti sono una certa lentezza in alcuni passaggi, dove l'autore tenta di far passare un messaggio a scapito del romanzo, soprattutto nelle parti di Celeste, in cui spesso la storia si blocca per far partire le puntate di superquark, sono interessanti e approfondite però e servono anche a differenziare i due personaggi, che altrimenti si piangerebbero addosso nella stessa maniera; una certa rozzezza nella scrittura delle parti più concitate in cui si perde un po' il senso dell'azione, comunque essendo poche poche alla fine influisce poco e un finale forse un po' insoddisfacente. Amaro e triste, con un velo di speranza. Ma giusto un velo.
Ecco, io se non si fosse capito ve lo consiglio.

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