martedì 28 gennaio 2014

Mobile Suit Gundam Victory [Piovono Mobile Suit]


Ultima serie tv dedicata allo Universal Century, sia in ordine di uscita, che in ordine cronologico. Probabilmente è l'opera di Tomino più personale e più particolare, e scrivere questa recensione mi è costato più fatica del previsto.
NOTA: Ci potrebbero essere spoiler sulle opere precedenti.

Un po' di storia: 1993, la Sunrise decide di rilanciare il marchio di Gundam dopo 14 anni dall'inizio della saga. Il precedente flop del costosissimo F91 li porta però ad andare con i piedi di piombo: medio budget, Tomino alla regia per catturare i vecchi fan, storia completamente nuova e design bambinesco per attirare il pubblico più infantile, robot giocattolosi per vendere i modellini. Tomino è però in una fase di depressione e pessimismo, che era già cominciata anni prima e che si risolverà solo dopo la realizzazione della serie.

Trama: UC 0153, 74 anni dopo la guerra di un anno. La Federazione Terrestre è ormai indebolita, sia politicamente che militarmente. Approfittando della situazione l'impero di Zanscare, nato su Side 2, decide di tentare una conquista e di imporre i suoi ideali matriarcali sulla terra.
Uso Ewin, 13enne, che vive vicino Praga, viene coinvolto suo malgrado nello scontro e si unisce alla League Militaire, un'organizzazione indipendente, per combattere Zanscare. Diventa per caso pilota del Victory Gundam.

Cosa ne esce fuori: Cominciamo col dire che le due opening mi piacciono tantissimo, sia musicalmente che graficamente. Il design invece è abbastanza anomalo. Se da un lato il Victory è un bel Gundam il resto dei MS vanno dal mediocre, all'atroce. Stenderei un velo pietoso sulla flotta Motorad. Il Victory 2 è un po' troppo giallo ma fa la sua figura.
Ah, viene trovato un senso reale al robot componibile, finalmente.
Il livello dell'animazione parte in maniera mediocre e di tanto in tanto migliora, ma da un punto di vista grafico e visivo la serie si confonde con le tante produzioni anni 80 e 90, anzi, rispetto a quanto visto fino a poco prima in Gundam sfigura proprio.
Quello che rende questa serie interessante è la maniera in cui Tomino imbastisce storia e dialoghi. Non siamo all'ennesima riproposizione del conflitto zeoniano, anzi, di questa guerra non vediamo neanche bene come è iniziata, ma rusciamo solamente a seguire il flusso di informazioni che arrivano ad Uso. E quello che arriva ad Uso è un turbine di morte e violenza.
Victory è una serie in cui c'è un senso di morte e tragedia aleggiante perennemente. In cui non sai mai chi potrebbe essere il prossimo a morire e in cui non c'è una ragione dietro le morti, non c'è un filo logico. Normalmente i personaggi muoiono quando hanno svolto la loro funzione o sono arrivati alla conclusione del loro percorso, in Victory no. I personaggi muoiono e basta.
Tomino non è nuovo ad usare la morte però, anzi, in Zeta abbiamo già visto come Kamille arrivi persino ad accettare la morte, ma dove Kamille era il personaggio che camminava fianco a fianco con la mietitrice, che in Zeta i personaggi morivano sereni, in Victory i personaggi continuano a combattere contro la morte e a non accettarla praticamente mai. Kamille è un po' un Amleto gundamico, che nel finale della sua serie riesce finalmente ad essere in pace solo quando è cerebroleso e dopo aver fatto da tramite tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti. Uso invece non viene aiutato dai morti a terminare i conflitti ma si fa indicare da loro il prossimo obiettivo, regalando a Katejina un destino forse peggiore della morte. In parole povere Victory è un'opera depressa che però non vuole essere deprimente. La morte è negativa, la morte è dolore, la morte non può essere accettata. Inevitabile, ineluttabile, pervade tutta l'opera, ma nessuno in tutta la storia si sogna mai di accettare la morte, se non i più anziani nel finale.
Un'altro fattore che pervade l'opera è la misantropia. Tomino riserva la totale positività a 3 personaggi di totale, Uso, Karlmann e Marbet, tutti gli altri sono sempre sfumati negativamente, sia i genitori di Uso, sia i suoi compagni. A conti fatti la vera differenza tra i "buoni" e i "cattivi" è che i primi sono quelli che hanno deciso di accettare i propri limiti e di superare i propri difetti.
I buoni si fanno pochi scrupoli ad usare dei bambini in guerra, i cattivi si fanno portatori dell'amore materno. Ma se idelisticamente potremmo anche concordare con gli Zanscare non solo i modi sono tremendi, ma ci troviamo di fronte a persone che non sono mai riuscite ad andare oltre il rapporto madre-figlio e che tutto quello che vogliono è tornare a quello status. Uso invece durante la storia riesce a maturare, e passa da bambino in difficoltà a colui che vuole difendere la nuova vita che deve nascere (il figlio di Marbet).
In tutto questo c'è un numero enorme di comic relief, di personaggi buffi, di ragazzini, di robot ridicoli, di cani che fanno facce strane e di Haro superpotente. La serie non è neanche triste, anzi, ad una prima occhiata rimane un giocattolone, è solo depressa nel suo essere.
Il punto di forza rimane sicuramente la sua sceneggiatura, il suo decidere di concentrarsi sul personaggio di Uso, finendo per raccontare una storia quasi intimista, piazzando alcuni dialoghi nel momento giusto e nel modo giusto che andrebbe mostrato nelle scuole di cinema di tutto il mondo.
La regia è priva di grandi inquadrature e di grandi vezzi, e non fa nulla per valorizzare nè lo spazio nè i mobile suit, ma tutto sommato guida lo spettatore senza farlo mai perdere.
Infine possiamo vedere come la donna venga esaltata nel suo essere madre, in una visione quasi religiosa (Marbet non può essere colpita dopo che è rimasta incinta).
Ultima nota: il sadismo di Tomino viene spesso controbilanciato dalla compassione di Uso, e mi sembra di star guardando il campionario delle paure, ansie e desideri del regista.

Lati negativi: Dal punto di vista grafico come abbiamo già detto è molto scadente, molti personaggi sono abbastanza piatti e il senso di morte può essere un po' indigesto. Alcune navi sono veramente ridicole. Il contesto è totalmente tralasciato e in realtà non si capisce neanche bene chi fosse il vero cattivo. Mi viene il dubbio che sia tutto un piano dello Jupiter Empire. Se fosse durato 10-20 episodi in meno ne avremmo tutti giovato a causa di una parte centrale un po' legnosa e ripetitiva.

Risultati: Non un flop da portarla a cancellazione prematura, ma non un successo da portarla ad avere seguito. Non un flop da portare alla morte il franchise, ma non un successo da evitare la strada delle nuove timeline.
Ignorata da più è sicuramente una delle serie meno note e apprezzate. Rinnegata da molti fa per l'aspetto visivo e non necessaria alla conclusione delle trame. Pochi modellini venduti, non è mai arrivata nel mercato occidentale.
Dall'anno successivo le serie tv saranno legate sempre a nuovi universi e finalmente si riuscirà nell'intento di catturare quel pubblico infantile di cui a Tomino è sempre importato poco.
Quest'ultimo uscirà finalmente dalla depressione ma tornerà alla regia di un Gundam solo nel 1999 con Turn A Gundam, che sarà una serie molto più solare.
Esistono anche pochissimi prodotti collaterali, un paio di fumetti e basta se non erro. Peccato perché sarebbe stato bello vedere come si sarebbe potuto sviluppare questa nuova fase dell'UC.

Come recuperarla: In questa già più lunga del solito recensione mi sento in dovere di fare delle specifiche anche qui. La serie è stata subbata dagli Starsubber, come già altre serie, è stato un fansub dalla lavorazione travagliata che è durato per ben 7 anni (Qui un sunto della storia da parte dello staff). Si tratta finora della serie più lunga da loro realizzata, e visto il lavoro fatto, migliore di quello di molti professionisti, un ringraziamento se lo meritano.*

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*Un ringraziamento se lo sarebbero meritato pure se avessero fatto schifo eh.

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