lunedì 24 agosto 2015

∀ Gundam - Called Turn A Gundam

Origini: Nel 1999 la metasaga di Gundam raggiunge i 20 anni di vita, viene lanciato il Big Bang Project che vede la produzione di videogiochi, di un live-action, G-Saviour, e del ritorno di Tomino alla regia di una serie gundamica a 6 anni dalla conclusione di Victory Gundam.
Tomino è radicalmente cambiato, la sua depressione che lo aveva accompagnato per anni è finalmente passata e già i suoi ultimi lavori presentavano una visione meno oscura e cupa del mondo, il budget stanziato è enorme e lo staff di alto livello.
Al mecha design, caso più unico che raro, un occidentale, quel Syd Mead tra i pilastri che hanno contribuito a creare i mondi di Alien e Blade Runner.

Trama: Anno 2345 del Correct Century, dopo più di 2000 anni di separazione, i moonrace, abitanti della Luna tornano sulla Terra per reclamare parte del territorio terrestre, in mano ad un'umanità regredita ad un livello tecnologico ottocentesco. Loran, un ragazzo della luna mandato in avanscoperta, si ritroverà a pilotare il Gundam, reperto dell'Era Perduta, unico mezzo capace di tenere testa ai Suit lunari.
Cosa ne viene fuori: Turn A è sicuramente una delle opere di Gundam più particolari che si siano viste finora. L'atmosfera è di una fantascienza immersa in un mondo spesso rurale, in cui i protagonisti prima di essere coinvolti nella guerra erano fornai, autisti, o semplicemente ricche ragazze che si godevano la vita; il livello di morte e tragedia è generalmente basso, anche se non mancano dei bei colpi allo stomaco, e tutti i personaggi positivi principali sono guidati da un ottimismo granitico che anche nelle situazioni peggiori li spinge avanti.
Tomino prende anche questa volta spunto dal mondo reale, non so se vi viene in mente qualche conflitto nato dal "qua una volta c'eravamo noi", per declinarlo secondo la sua personale visione.
Così abbiamo uno dei migliori cast di sempre, in cui non esistono personaggi veramente negativi, ma solo diverse visioni del mondo, in cui i personaggi, tutti, si evolvono, hanno relazioni complesse, vivono, soffrono, coinvolgono nelle loro storie, si innamorano, personaggi che mai sono sembrati così vivi, complessità contrapposte ad un chara sempre molto pulito, talvolta persino caricaturale, rispecchiate da un mecha in cui il livello di dettaglio raggiunge punte estreme. Vedere Turn A in HD è un'esperienza senza pari, nessuna opera robotica, neanche successiva, tiene testa alle meraviglie visive di questa serie, con una regia che sembra non doversi mai preoccupare dei soldi spesi, evitando quasi sempre animazioni ripetute, creando sfondi e mezzi dettagliatissimi, permettendosi di cambiare vestiti ai protagonisti, cosa che non permette di riutilizzare le immagini ovviamente, e di creare ambienti sempre differenti e sempre stupefacenti. Tomino non sembra neanche doversi preoccupare del marketing, creando solo due gundam in tutta la serie, in totale contrasto con le serie uscite prima, con intere squadre di gundam, e dopo, con gundam su gundam presentati perché i model kit con altri nomi vendono sempre meno.
Le musiche poi, raggiungono il punto più alto che la saga abbia mai toccato, e toccherà mai: Yoko Kanno costruisce una colonna sonora epica, poetica, con una varietà di brani stupefacente, accompagnando per tutti gli episodi perfettamente le immagini, e creando atmosfere veramente emozionanti.
Tecnicamente, Turn A è a tutt'oggi l'apice del metaverso gundamico.
Quello in cui purtroppo si perde un poco è lo svolgimento della trama, per quanto riempita di ottimi momenti la parte centrale della storia allunga eccessivamente il brodo prima di arrivare alla parte conclusiva. L'inizio prende molto alla lontana la trama, descrivendo l'inizio della guerra e il coinvolgimento dei personaggi, introducendo tutto con calma e presentando i personaggi. Nelle mani di chiunque altro sarebbe stata una noia mortale, qua invece fortunatamente diventa un lavoro affascinante che piano piano trasporta in una guerra fatta di piccoli scontri, piccoli attacchi, combattimenti brevi, personaggi che hanno sempre la necessità di scongiurare l'inizio dell'escalation.
Escalation che non arriva mai, e per 30 episodi assistiamo a questo lento procedere, con intermezzi spesso interessanti ma una trama che spesso si blocca o rimane sullo sfondo. Anche se diventa difficile dare un giudizio negativo su questa parte centrale, grazie alla forte presenza di personaggi eccezionali, Loran, Kihel, Dianna e Harry, e al già citato eccezionale comparto tecnico.
Se già nella prima parte c'erano degli elementi di stranezza, come i ms dello UC ritrovati tra i monti, nella seconda parte, quella sulla luna, scopriamo la verità sull'Età Oscura, e l'importanza di Turn A per il franchise schizza alle stelle. Senza spoilerare troppo a chi non l'avesse ancora vista, quello di questa serie NON è un universo a parte rispetto a quello delle altre serie.
Il finale riesce a mettere in campo tutta quella spettacolarità che si era negata, presentando una sfida finale lunga, epica, emozionante, in cui siamo molto più dalle parti del super-robot. Un'animazione mozzafiato, un mezzo antagonista, il Turn X, di potenza tremenda, un coinvolgimento emotivo che sfrutta tutti gli episodi visti finora, lasciano lo spettatore sicuramente soddisfatto, il lungo e poetico epilogo, poi, chiude in bellezza l'epica storia e, in teoria, l'intero multiverso gundamiano.
Nota a parte per sigle di apertura e chiusura, che vanno dal piacevole all'indimenticabile, ma raramente riescono ad essere incisive come ci si aspetterebbe, prive di suggestioni o di immagini veramente significative.
In definitiva, una serie imprescindibile per capire la visione tominiana, per avere uno sguardo il quanto più completo su Gundam, e perché è una serie bellissima.

Risultati: Purtroppo, che sia per il design particolare, che sia per l'atmosfera anomala, Turn A non riesce a raggiungere il successo sperato, e i model kit faticano a vendere. La serie si è spinta ben distante dalle origini e l'iterazione successiva, SEED, sarà quasi un remake del Gundam originale.
Pochissimi i prodotti collegati, anche perché la completezza della trama diventa difficile aggiungere qualcosa prima o dopo, figuriamoci durante, e perché il poco riscontro di pubblico non giustificava l'investimento. Ad oggi è considerata dal pubblico una serie minore, con pochi model kit disponibili per il mercato e solo recentemente ha ricevuto una, comunque superlativa, conversione in HD.

Come vederlo: In Italia non è mai uscito ufficialmente, gli Starsubber ne hanno fatto una versione sottotitolata amatorialmente ad inizio secolo, che però è una traduzione senza riscontro dal giapponese e la qualità video è molto bassa. Consiglio piuttosto la visione in HD con sottotitoli in inglese ad opera del gruppo Encodergasm.

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mercoledì 19 agosto 2015

I Manga di Gundam Wing [Piovono Mobile Suit]

In questa lunga cavalcata tra tutte le opere gundamiche, l'anno scorso mi sono occupato di Gundam Wing, una delle poche serie trasmesse in Italia, il cui successo ha portato alla pubblicazione di tutti i manga disponibili al momento della trasmissione. Pertanto, in questo post vado ad occuparmi della recensione delle singole opere; dato che sono praticamente tutti composti da un unico volume, presentarlo come un unico post mi permette di evitare tanti mini-post. Mi occupo solamente dei manga che non sono adattamenti, quindi le versioni a fumetti della serie e degli oav non vengono considerate. Ho tentato di metterli in ordine cronologico ma non è che sia semplice.

AC 187-197: Episode Zero
di Katsuyuki Sumisawa e Akira Kanbe.
Unica opera che si interessa di indagare sul passato dei protagonisti della serie. Il punto di partenza sono delle sceneggiature scartate per la tv, gli episodi sono poi diventati riassuntivi, forse perché le storie divergono abbastanza dal tono generale della serie, e perché presentare alcune scene non era forse adatto alla tv di quegli anni.
Le storie sono abbastanza altalenanti, più o meno interessanti, principalmente è quella di Heero a destare interesse, e probabilmente è stata quella che ha decretato l'eleminazione dalla tv, che lo presenta come un bambino soldato. Difficile non notare come questa cosa sia poi stata riutilizzata in 00 come origine, presentata anche in maniera molto più dura e cruenta, per Setsuna.
I disegni riprendono fedelmente lo stile grafico dell'opera principale, e non viene concessa loro nessuna originalità o particolarità.
Rimane in ogni caso il miglior manga ispirato a Wing, con degli buoni spunti che sicuramente avrebbero migliorato la resa della confusionaria opera tv.
Pubblicato in Italia come Gundam Wing #17.

 AC 195: G-Unit
di Koichi Tokita.
Apro una parentesi sull'autore, Koichi Tokita: è uno degli autori più prolifici per quanto riguarda i fumetti di Gundam, è autore degli adattamenti a fumetti di G, Wing, X ed è il creatore di alcune delle più famose side story dei vari universi. A lui si deve ad esempio SEED Astray, la più famosa serie manga di Gundam, che ha praticamente dato vita ad una saga parallela della Cosmic Era il cui successo, anche per le vendite dei model kit, è tutt'ora enorme.
Purtroppo questo G-Unit non è invece meritevole di particolare attenzione, per quanto sia l'unica opera dell'After Colony che non ha tra i protagonisti i 5 piloti di Gundam, è un'opera fiacca, che basa sulla presentazione dei successivi gundam tutta la trama. Protagonisti scialbi, rivelazioni scontate, antagonisti noiosi, e un design bruttino, rendono questa serie piuttosto dimenticabile.
Pubblicato in Italia come Gundam Wing #11-16.


AC 196: Blind Target
di Akemi Omode e Sakura Asagi.
Nuovamente uno stile grafico piattissimo e copiato dalla serie tv, Blind Target è un breve manga in cui si tenta la via dello spionaggio, presentando un plot però abbastanza banale e dimenticabilissimo. Più che altro scusa per presentare in qualche maniera i vari personaggi, riproponendo gli stessi temi che già ci hanno frantumato le palle ampiamente intrattenuto in quasi 50 episodi, tentando al contempo di fungere da prologo per Endless Waltz.
Pubblicato in Italia come Gundam Wing #18

AC 197: Ground Zero
di Reku Fuyunagi.
Manga diviso in due parti, la prima un tentativo di storia spionistica con una risoluzione scemissima.
Un tentativo di confronto tra i protagonisti, che tenta di fornire una spiegazione alla situazione iniziale di Endless Waltz ma risulta di un superfluo unico. La seconda parte vira sul lato romantico e si svolge dopo EW, caso più unico che raro, ed è la più interessante del volume.
Il tratto delicato e molto shojo è decisamente più adatto alla seconda parte, e risulta molto curato per essere un albo che vuole vendere contando unicamente sul marchio.
Pubblicato in Italia come Gundam Wing Special

AC 197: Battaglia per la Pace
di Koichi Tokita e Tomohiro Chiba.
Nuovamente Tokita, che si occupa di un'opera di congiunzione tra oav e serie tv, con un tratto più curato della sua media e una trama abbastanza consistente. Breve ma abbastanza compiuta, con un cast al completo e qualche scena intensa, l'unico vero prologo di EW, che si svolge subito dopo, e l'unica side story che si permette di mostrare il Wing Zero Custom.
Nulla di imprescindibile, e in generale non alza di molto la già bassa media, ma comunque vale la pena darci un'occhiata.
Spezzato in due dall'allora abitudinaria pubblicazione in volumi sottiletta e ribaltato per la lettura all'occidentale, come tutti gli altri manga di cui parlo nel post, rimane comunque godibile.
Tokita-Chiba da qua in poi diventerà un'accoppiata di successo e questo manga và considerato già solo per questo.
Pubblicato in Italia come Gundam Wing #7-8

Il futuro: Al momento due Manga di Wing sono inediti ed in corso di pubblicazione in Giappone: Glory of Losers, che rinarra la storia aggiungendo particolari e correggendo passaggi, e Frozen Teardrop, tratta da un romanzo che è ambientato anni dopo EW. Magari in futuro mi troverò a recensire anche questi. Sperando che siano un po' più meritevoli di quanto visto finora.
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